La Vipassana è geniale nella sua complessa semplicità. Se applicata correttamente è un incredibile mezzo per giungere alla percezione consapevole del corpo. Chi la considera una via mentale o addirittura trascendente non ha colto la sua essenza. La Vipassana è una via concretamente spirituale, laddove l'aggettivo spirituale acquista uno spessore reale, una dimensione attuale nella vita. La Vipassana ha la capacità di sanare la frattura apparente tra mente e corpo, godendo di una esperienza d'integrità che cresce giorno per giorno in una evidenza esperienziale senza equivoci.
Il connubio tra la bioenergetica e la vipassana è, secondo la mia esperienza, una carta vincente. Tramite la presenza consapevole ogni esercizio di bioenergetica, ogni intervento su specifici blocchi psicosomatici, mediante esercizi appropriati, diventa non solo efficace, ma apre un mondo da esplorare con maggiore penetrazione e profondità. Dal corpo emergono emozioni, ricordi e forme pensiero in maniera più evidente, tramite l'allenamento all'"osservazione" aperta ed inclusiva che la Vipassana favorisce e sviluppa col tempo.
La Vipassana non deve essere confusa con la Mindfulness. La prima è un sentiero di vita completo che affonda le sue radici in una tradizione di migliaia di anni e che si collega a molteplici aspetti dell'essere umano. La seconda è una pratica più specifica, di più semplice fruizione ed avulsa dal contesto tradizionale da cui nasce. Nelle mie parole non c'è assolutamente un giudizio di valore, ma uno sguardo che discrimina. Certamente la pratica della Vipassana necessita di un impegno maggiore, anche perchè in essa è fondamentale l'ottuplice sentiero, percorso etico (e non morale) che contribuisce a toccare aspetti della vita di ognuno. Nei molteplici anni in cui sono stato allievo (ma continuerò ad esserlo a vita) ho constatato personalmente che, senza questa parte dell'insegnamento, la meditazione non tocca le profondità verticali e le ampiezze orizzontali dell'individuo. La meditazione Vipassana è una vera Via di trasformazione e di consapevolezza che fa emergere anche i valori autentici che appartengono alla nostra natura essenziale.
La vipassana è un percorso molto complesso e completo che ha bisogno di intento, aspirazione ed umiltà. L'osservazione delle sensazioni del corpo è solo un aspetto di questo sentiero antichissimo. Nell'osservazione del corpo ci si basa sulle sensazioni stesse e non su ciò che le provoca.
Insieme all'osservazione del corpo essa rende chiara l'osservazione della mente, delle sue forme pensiero, dei suoi condizionamenti e di suoi automatismi.
Nel primo libro delle Lettere sullo yoga Sri Aurobindo dice nel I volume a pag 269: "Non è possibile stabilire una base nello Yoga se la mente è agitata...Una mente quieta non vuol dire che i pensieri o i movimenti mentali siano completamente assenti, ma che questi sono in superficie e che sentite il vostro vero essere interiore separato da essi che li OSSERVA senza esserne coinvolto".
Questa via conduce ad una vera integrazione ed autoregolazione.
La pratica di meditazione Vipassana è un addestramento a coltivare non solo la Consapevolezza, ma anche la Saggezza e l'Equanimità. Ognuna di queste tre qualità contribuisce a sviluppare e consolidare le altre. Non è vera pratica di meditazione quella che esclude la Saggezza e l'Equanimità. Esse conducono alla condotta etica che costituisce il fondamento di una vita sociale equilibrata, rispettosa ed empatica. Ribadisco i pilastri della pratica meditativa: Consapevolezza, Saggezza, Equanimità ed Etica.
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