Questo testo (Il Grande Senso) diverrà la parte conclusiva del documentario Sri Aurobindo — un’avventura della coscienza, che sarà realizzato per la RAI da Davide Montemurri neI 1972, in occasione del centenario della nascita di Sri Aurobindo.]
È il tempo del Grande Senso.
Guardiamo a destra o a sinistra, costruiamo teorie, riformiamo le nostre Chiese, inventiamo supermacchine, e scendiamo nelle strade per distruggere la Macchina che ci strangola — ci dibattiamo nel piccolo senso. Quando la nave terrestre sta affondando, che importa se i passeggeri affoghino a destra o a sinistra, sotto una bandiera nera, rossa o celeste? Le nostre Chiese sono già andate a picco: stanno rinnovando la loro polvere. Le nostre patrie ci schiacciano, ci schiacciano le nostre scuole, ci schiacciano le nostre macchine — e noi inventiamo sempre nuove macchine per rompere il Meccanismo. Andiamo sulla luna, ma il nostro cuore non lo conosciamo, né sappiamo qua! è il nostro destino terrestre. Vorremmo migliorare quello che c’è — ma noi è più tempo di migliorie: il marcio si può migliorare?...
(Mère si trattiene dal ridere)
È tempo di un’ALTRA COSA. Un’altra cosa non è la stessa cosa con qualche miglioria.
Ma come fare?
Ci predicano la violenza e la non—violenza. Ma sono due facce della stessa Menzogna, il sì e il no della stessa impotenza: i vari santini sono falliti con tutto il resto; altri ora vogliono prendere i! potere — quale potere? Quello dei politici? Vogliamo batterci per conquistare le chiavi della prigione? per costruire un’ altra prigione? O non vorremmo magari venirne fuori, ma davvero? Il potere non nasce dalla canna dei fucili, così come la libertà non esce dal ventre dei morti — son già trenta milioni di anni che costruiamo su cadaveri, guerre, rivoluzioni. Sempre le stesse: disfiamo e ricominciamo. Non sarebbe magari ora di costruire su qualcos’altro e di trovare la chiave del Potere vero?...
È magnifico, bambino mio!
Allora dobbiamo guardare il Grande Senso.
Ecco cosa ci dice il Grande Senso: Ci dice che siamo nati tanti milioni di anni fa — una molecola, un gene, un pezzetto di plasma palpitante — e ne è venuto fuori un dinosauro, un granchio, una scimmia. Se il nostro sguardo si fosse fermato a metà strada avremmo detto — non a torto! — che il Babbuino era il culmine della creazione e che la cosa migliore da fare era magari migliorare i nostri talenti di scimmie e fondare l’Unione delle Repubbliche Scimmiesche... Oggi, forse, nella nostra foresta di cemento armato stiamo facendo lo stesso errore. Abbiamo inventato mezzi giganteschi per metterli al servizio di coscienze microscopiche, trucchi splendidi per servire la mediocrità, sempre più trucchi per guarire dal Trucco. La meta di tutti questi sforzi, in tanti milioni di anni, è proprio un uomo fornito di laurea e lavatrice?
Il Grande Senso, il Senso vero, ci dice che la meta non può essere un uomo del genere. Quel che vogliamo non è il trionfo dell’uomo così com’è, non è perfezionare lo gnomo intelligente che siamo: ma è un altro uomo sulla terra, un’altra specie fra noi.
«L’uomo è un essere di transizione», ha detto Sri Aurobindo. Noi ci troviamo in pieno in questa transizione, che fa scoppiare crepe in ogni parte del mondo: in Biafra come in Israele, in Cina come a Parigi [«Sur le Boul’Mich’», dice l’originale. Il Boulevard Saint-Michel è il viale del Quartiere Latino di Parigi, dove nel maggio del ‘68 erano scoppiate le prime rivolte studentesche.]. L’uomo non ce la fa più.
Il Grande Senso, il Senso vero, ci dice che l’unica cosa da fare è metterci al lavoro per preparare un altro uomo, è collaborare alla nostra evoluzione, invece di star lì a rigirare in decrepite umanerie senza sbocco, invece di conquistare falsi poteri...
Senti, invece di dire ‘per preparare un altro uomo’ non sarebbe meglio mettere ‘per preparare un altro ESSERE’?
Certo!
è metterci al lavoro per preparare un altro essere, è collaborare alla nostra evoluzione, invece di star lì a rigirare in decrepite umanerie senza sbocco, invece di conquistare falsi poteri per regnare su una vita falsa.
Ma dove sta la leva della Trasmutazione?
Sta dentro di noi.
Dentro di noi c’è una Coscienza, dentro di noi c’è un Potere, lo stesso Potere che cresceva nel dinosauro, nel granchio, nella scimmia, nell’uomo — che cresce ancora, che vuole andare oltre, che riveste forme sempre più perfette a mano a mano che crescono i suoi strumenti, che CREA la propria forma. Se ne troviamo la leva, sarà quel Potere stesso a creare la forma nuova, sarà lui a operare la Trasmutazione. Invece di lasciare che l’evoluzione si trascini attraverso millenni di tentativi dolorosi e infruttuosi, di morti inutili e di rivoluzioni truccate che non rivoluzionano nulla, possiamo accorciare i tempi, possiamo compiere un’ evoluzione concentrata — possiamo essere i creatori coscienti dell’Essere nuovo.
In verità, è il tempo della grande Avventura. Il mondo è chiuso, fuori non c’è più nessuna avventura. Sono i robot ad andare sulla luna, e tutte le nostre frontiere sono strettamente vigilate — a Roma come a Rangoon gli stessissimi funzionari del mostruoso Meccanismo ci sorvegliano, ci timbrano i documenti, ci controllano le facce, ci frugano le tasche —fuori non c’è più nessuna avventura! L’Avventura è DENTRO — e dentro è la Libertà, dentro è lo Spazio: sarà il potere dello Spirito a trasformare il mondo. Perché in verità quel Potere supremo, onnipotente, è dentro di noi da sempre, a sospingere l’evoluzione: è lo Spirito nascosto che è via via cresciuto per diventare lo Spirito manifesto sulla terra. Se abbiamo fiducia, se vogliamo quel supremo Potere, se osiamo scendere nel nostro cuore, tutto è possibile: perché Dio è in noi.
Yorumlar